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Impegno bipartisan
per salvare il Tribunale
Tante personalità al Consiglio straordinario. C’è fiducia


11 giugno 2012 - G. Cosenza
 


Consiglio comunale straordinario esteso a tutti i sindaci del comprensorio, per dire “No” alla chiusura del Tribunale di Rossano. Ecco, dunque, l’ennesima forma di protesta del comprensorio contro le notizie poco rassicuranti che giungono da Roma e che mettono a rischio la sopravvivenza del presidio di giustizia. Nell’aula consiliare di piazza SS. Anargiri, erano presenti, oltre al sindaco Giuseppe Antoniotti, ai consiglieri di maggioranza e di minoranza, agli assessori comunali, anche i consiglieri regionali Giuseppe Caputo e Gianluca Gallo, l’assessore regionele Michele Trematerra e i deputati Giovanni Dima, Mario Tassone, Roberto Occhiuto ed il presidente della Provincia Mario Oliverio. Grande assente tra i politici, oltre ai sindaci dei territori arbereshe (evidentemente poco sensibili alla questione), anche il sindaco di San Demetrio Corone nonchè parlamentare del Pd, Cesare Marini. All’assemblea ha partecipato, inoltre, il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Trento, i presidenti delle associazioni forensi, Bianco, Mauro e Zagarese, i rappresentanti sindacati e delle associazioni sociali e i sindaci e i rappresentanti di tutti i comuni del basso jonio cosentino, sensibili all’argomento. Si sono alternati nei loro interventi, l’assessore Trematerra che parlato di un patto per il territorio calabrese e dell’importanza di condurre insieme la battaglia contro la chiusura dei Tribunali, non solo quello di Rossano, ma di tutti. Occhiuto ha sottolineato come «la responsabilità non sia dei tagli apportati dall’attuale Governo tecnico, ma dell’attività dei precedenti governi». La situazione della Giustizia in Italia, ha chiosato, «è frutto della politica degli ultimi vent’anni ». È stata la volta, poi, di Oliverio che, dopo aver informato che anche la Provincia ha deliberato in favore dei Tribunali, ha ricordato come non debbano esistere «campanilismi in queste “battaglie” e che la Calabria è un territorio difficile, e quindi i Presidi di  Giustizia sono necessari». Dima, invece, dicendosi «ottimista, con il passare delle ore, sulla sopravvivenza del Tribunale di Rossano» ha sottolineato come la sfida più importante sia quella di «fare gli interessi generali e  non di parte». «La Calabria - ha detto -ha bisogno di tribunali e di una presenza costante dello Stato». Tassone invece ha sottolineato l’importanza e la funzionalità che devono avere i Tribunali, così come le procure. Secondo Caputo, invece, «la giustizia è un problema di cui non possiamo esimerci di affrontare», ha poi aperto alla possibilità di estendere la geografia del Foro rossanese nello stesso centro storico. Infine, si è detto «molto fiducioso», per il lavoro di convincimento che è stato fatto. Accorato e applaudito è stato poi l’intervento del sindaco Antoniotti, il quale non ha esitato un attimo a togliersi la fascia tricolore ed a tuonare: «se chiudono il Tribunale mi dimetto». Oltre a lanciare chiare “stoccate” all’attuale Governo e al Ministro Severino, reo, di aver persino rifiutato un incontro con i sindaci del territorio, Antoniotti ha rivelato che il comune di Rossano ha risposto positivamente - alla richiesta della Commissione giustizia - circa la disponibilità di locali idonei ad ospitare altri Tribunali. «Io, ha concluso, non difendo il Tribunale di Rossano, ma del territorio, perché è un patrimonio del territorio». Nel suo intervento, Trento invece ha ammesso di apprezzare che le Istituzioni hanno riconosciuto che il problema riguarda tutti i cittadini del circondario. «E la manifestazione dei giorni scorsi - ha detto - è una chiara dimostrazione che anche i cittadini hanno compreso».  Infine, ha rivolto un invito ai politici presenti ad abbassare i toni e a combattere insieme le battaglie. Anche i sindaci intervenuti, pur mantenendo la fascia tricolore, non hanno fatto mancare la loro vicinanza al Tribunale ma, allo stesso tempo, hanno tenuto a precisare che le medesime battaglie devono essere condotte anche per le altre Istituzioni, senza alcun campanilismo e con il chiaro intento di non consentire più - a nessuno - di “indebolire” questo territorio, già gravemente depauperato e oggi messo in ginocchio.

 
 
 
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