|
|
 |
 |
Al vaglio gli
agguati di Abbruzzese, Bevilacqua e
Cirolla. Depositate le dichiarazioni
di Forastefano
“Ultimo atto” verso gli abbreviati
Quasi tutti gli indagati hanno chiesto
di essere giudicati col rito
alternativo |
29 luglio 2011 - R. Grandinetti |
|
HA AVUTO inizio ieri a Catanzaro,
dinanzi al gup Macrì e a seguito della
richiesta di rinvio a giudizio
sollecitata dal pm Vincenzo Luberto,
l’udienza preliminare di “Ultimo
atto”, procedimento istruito dalla
Direzione distrettuale antimafia e
concentrato su tre omicidi.
Quattordici in tutto gli indagati. Si
tratta di Leonardo Forastefano, 53
anni, alias “U cacagliu”, di Cassano;
Archentino Pesce, 40 anni, di Cassano;
Saverio Lento, 52 anni di Altomonte;
Francesco Caporale, 32 anni, di
Cassano; Vincenzo Cosentino 34 anni di
Cassano; Emanuele Bruno, 39 anni, di
Gerocarne in provincia di Vibo
Valentia; Antonio Forastefano, 40
anni, di Cassano, neo pentito di
mafia; Vincenzo Forastefano 38 anni di
Cassano; Giuseppe Garofalo, 33 anni di
Cassano; Mirko Martucci, Pino De Rose
e i collaboratori di giustizia Luciano
Oliva, Domenico Falbo e Salvatore
Lione Tre, dunque, gli omicidi per i
quali il sostituto procuratore della
Dda, Vincenzo Luberto, e il
procuratore Vincenzo Antonio Lombardo
ritengono di aver trovato esecutori e
mandanti. Si tratta del delitto di
Nicola Abbruzzese, avvenuto nel 2003,
quello di Antonio Bevilacqua,risalente
al2004, e quello di Fazio Cirolla del
luglio 2009. Avremmo a che fare, nei
primi due casi, con una vera e propria
guerra di mafia, con da una parte il
clan Forastefano e dall’altra i rivali
del gruppo deirom. Per quanto riguarda
il terzo episodio di sangue ci
troveremmo di fronte a un errore di
persona. Al posto di Cirolla,
nell'autosalone luogo dell'omicidio, a
cadere sotto i colpi dei killer doveva
essere Salvatore Lione, proprietario
della rivendita e contabile della
cosca (gli investigatori hanno
spiegato che «deteneva la bacinella ed
era depositario delle armi»). Uno
scampato pericolo che ha convinto lo
stesso Lione a divenire collaboratore
di giustizia e a raccontare agli
inquirenti i segreti del clan, e in
particolare il suo ruolo e l'omicidio
al quale ha assistito. Oltre a quelle
di Lione nell'inchiesta sono finite le
dichiarazioni di Pasquale Perciaccante,
Vincenzo Curato, Samuele Lovato,
Luciano Oliva, Domenico Falbo e Lucia
Bariova, convivente di Vincenzo
Forastefano. Durante l'operazione,
eseguita il 12 ottobre del 2010, i
carabinieri, agli ordini del
colonnello Francesco Ferace, trovarono
una pistola, che era stata nascosta
all'interno di un bunker ricavato in
un appartamento di Cassano. Ieri,
dunque, l’avvio dell’udienza
preliminare, con quasi tutti gli
indagati (tranne Bruno, Antonio
Forastefano e Lione che hanno rinviato
la decisione a oggi) che hanno chiesto
di essere giudicati col rito
abbreviato. Ammesse le costituzioni di
parte civile della Provincia di
Cosenza (tramite l’avvocato Antonio
Quintieri), della Regione, del Comune
di Cassano e della famiglia Cirolla
(tramite l’avvocato Roberto Falbo). Da
parte sua il pm Luberto ha depositato
le recenti dichiarazioni rese, in
merito ai fatti di “Ultimo atto”, del
neo pentito di mafia Antonio
Forastefano, ex temuto boss di
Cassano. Si riprende oggi, Gli
indagati sono difesi, tra gli altri,
dagli avvocati Nicola Rendace, Lucio
Esbardo, Rossana Cribari, Ettore
Zagarese, EnzoBelvedere. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|