In occasione del 40° anniversario
della tragica scomparsa di Giorgio
Liguori, medico prestato alla politica
e consigliere regionale,
l’Amministrazione comunale e gli
amici, con il patrocinio della
presidenza del Consiglio Regionale
della Calabria, lo hanno commemorato
con una cerimonia pubblica tenutasi
presso il salone della nuova chiesa
Cristo Redentore di Montegiordano
Marina, preceduta dalla celebrazione
della Santa Messa. Un tuffo nel
passato, con il pensiero al futuro,
che i vari relatori hanno ricordato
con struggente nostalgia: “Si stava
meglio quando si stava peggio”. Ad
aprire il dibattito, coordinato dal
giornalista Domenico Marino è stato
Francesco La Manna, sindaco di
Montegiordano, che ha ricordato
Giorgio Liguori come “cattolico,
fortemente impegnato ad aiutare le
persone, gli enti locali e le realtà
sociali produttive dell’Alto Jonio.
Montegiordano è fiera di questo suo
figlio”. E’ seguita la relazione “La
Chiesa ed il bene comune”di S.E. Mons.
Vincenzo Bertolone, vescovo di Cassano
allo Ionio, che Di Liguori ha detto:
“nobile figura di credente, impegnato
nel servizio sociale, al servizio
della politica, strenuo difensore
dell’affermazione del bene comune
secondo i principi della dottrina
sociale della chiesa”; ancora ha
spiegato cosa s’intende per bene
comune sulla base di una definizione
del Consiglio Vaticano II: “ L’insieme
di quelle condizioni delle cose
sociali che permettono, sia alla
collettività, sia ai singoli membri,
di raggiungere la propria perfezione
più chiaramente, più altamente. Bene
comune, tuttavia, non è solo un
concetto ma anche un agire, un
qualcosa da completare con
consapevolezza e tenacia. Non è solo
un dovere ma anche un diritto di ogni
singolo cittadino”. Guardando al
passato, Mons. Bertolone ha voluto
ricordare con rispetto e ammirazione i
politici di un tempo come: La Pira,
Fanfani, Moro e altri che come Giorgio
Liguori, provenivano dall’azione
cattolica e sono stati capaci di
progettare lo sviluppo italiano. Non
navigavano a vista ma agivano avendo
presente un “piano regolatore sociale”
a largo respiro. Don Carlo De Cardona,
di Morano Calabro (Cosenza), sacerdote
e politico, mise in piedi in poco
tempo novanta banche con tassi
bassissimi, vicini allo zero, che
diedero la possibilità a migliaia di
contadini e artigiani di cambiare
vita. Oggi si parla di Banca del Sud
ma, realmente non sappiamo se e quando
sarà realizzata. “. Era
previsto, a questo punto, l’intervento
di Francesco Talarico, presidente del
Consiglio Regionale della Calabria che
avrebbe dovuto relazionare: “40 Anni
fa nasceva la Regione: il contributo
dei Cattolici”. I recenti e
inaspettati fatti di cronaca
giudiziaria l’hanno trattenuto a
Reggio Calabria. Ha letto una nota
telegrafica di giustificazione
l’on. Gianluca Gallo che ha anche
svolto una relazione sul tema:
“Giorgio Liguori… un convinto
regionalista e un uomo del dialogo”.
Nel suo intervento, Mario Melfi,
sindaco di Amendolara e Consigliere
provinciale di Sel, partito cui ha
aderito di recente, ha posto alcuni
interrogativi:” Giorgio Liguori,
avrebbe consentito che i lavori delle
gallerie di Montegiordano
proseguissero con tal estenuante
lentezza? Avrebbe permesso la chiusura
dell’Ospedale di Trebisacce?”. Ha
risposto a questi interrogativi il
decano dei sindaci dell’Alto Jonio,
Vincenzo Salerno, già consigliere e
Assessore socialista alla Provincia di
Cosenza, avversario politico di
Liguori ma anche grande amico:” Se
Giorgio Liguori fosse stato in vita,
l’evidente interruzione dello sviluppo
territoriale dell’Alto Jonio,
sicuramente non ci sarebbero stato”.
Commozione e partecipazione dei tre
figli Piero, medico primario
all’Ospedale di Locri, di Rita e
Riccardo, giornalista alla Curia
vescovile di Perugia e la moglie
Pina, oltre ai nipoti. Alla cerimonia
hanno partecipato i sindaci: Francesco
Dursi di Roseto Capo Spulico,
Ferdinando Di Leo di Rocca Imperiale,
Paolo Munno di Francavilla Marittima;
il luogotenente comandante la Guardia
di Finanza di Montegiordano, Domenico
Allevato e il tenente dei vigili
urbani Giorgio Soria.
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