«Nelle politiche del Governo devono
essere presenti più Calabria, più
Meridione. Infrastrutture e accesso al
credito per le imprese sono punti
nodali. E quando si discute di
riforme, come quella sulla giustizia,
non si può pensare solo a tagliare,
specie in una terra dove la
criminalità è purtroppo di casa».
Spunti da una riflessione. Quella che
l’Udc calabrese ha svolto oggi di
fronte ai vertici nazionali del
partito, ritrovatosi a Napoli in
occasione dell’assemblea “Più Sud”, il
ciclo di iniziative organizzato dallo
scudocrociato per l’ascolto dei
problemi del territorio e per il
coinvolgimento dei suoi rappresentanti
regionali nel nuovo ordine politico.
Parlando a nome della delegazione
calabrese, composta da tutti i
consiglieri e assessori regionali,
l’assessore all’agricoltura Michele
Trematerra ha richiamato l’attenzione
su punti, ha detto, «che devono
diventare oggetto di un confronto dal
cui esito dipendono le sorti non solo
di un’area del Paese, ma dell’Italia
intera». E davanti al segretario
nazionale Lorenzo Cesa ed al
presidente Pierferdinando Casini,
Trematerra ha spiegato che «la
questione non è avere più soldi, più
finanziamenti, bensì qualificare spesa
e risorse e, soprattutto, legiferare
in tal senso, così da poter
sburocratizzare e facilitare, ad
esempio, le procedure di accesso al
credito per le imprese, soprattutto in
temi di crisi quali quelli presenti».
Ha proseguito Trematerra: «Un altro
grande tema sul quale ragionare, e
trovare soluzioni convincenti ed
immediate, è quello delle
infrastrutture: il completamento
dell’autostrada Salerno-Reggio deve
diventare una priorità a livello
nazionale». Quindi, un passaggio sulla
questione della ridefinizione
dell’organizzazione giudiziaria
territoriale. «Siamo favorevoli alle
riforme, ma le riforme devono essere
ragionevoli. E ragionevolezza vuole
che di fronte al bisogno ed
all’opportunità di una deroga, questa
sia prevista». Chiaro il riferimento
ai Tribunali calabresi: «Anche la
soppressione di uno solo sarebbe una
sconfitta per lo Stato: ciascuno di
essi è il segno della presenza delle
istituzioni in una terra assediata
dalla criminalità. Inoltre, tutti
hanno alti indici di efficienza che
non ne giustificano, neppure sotto
l’aspetto prettamente finanziario,
l’eventuale chiusura». Sul punto, a
margine dei lavori, ha concordato
anche il vicecapogruppo consiliare
regionale dell’Udc, Gianluca Gallo:
«Le giuste e legittime proteste che in
queste ore si levano da Castrovillari,
come quelle che nei giorni scorsi si
sono avute anche a Rossano e Lamezia
Terme – ha commentato Gallo –
impegnano noi tutti ad adoperarci per
ricercare una soluzione che tenga
conto della specificità del contesto
calabrese, segnato dalla pervasività
del fenomeno mafioso: il processo di
riorganizzazione, così come pensato in
sede governativa, rischia di avere
effetti deleteri e di originare una
guerra tra poveri tra parti del
medesimo territorio che vivono le
medesime problematiche e patiscono la
stessa sete di giustizia». Ha aggiunto
Gallo: «Per questo motivo, per il
tramite dell’assessore Trematerra,
abbiamo richiesto alla segreteria
nazionale ed alla deputazione
parlamentare dell’Udc di farsi carico
di questa esigenza e di sostenerla
davanti al Governo. Del resto, i
risparmi che si otterrebbero chiudendo
un tribunale per provincia sarebbero
davvero esigui e comunque
sproporzionati rispetto ai danni
arrecati al territorio in termini di
certezza del diritto e di prossimità e
funzionalità del servizio giustizia.
Auspichiamo perciò che anche
attraverso le sollecitazioni dell’Udc
l’Esecutivo Monti prenda in
considerazione la possibilità di
autorizzare il mantenimento in deroga
dell’autonomia di tutti i Tribunali e
delle Procure calabresi».
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