«La chiusura di uno di essi sarebbe
stata una sconfitta. Cancellarne
quattro come Castrovillari, Rossano,
Paola e Lamezia Terme, peraltro tutti
in zone ad alta densità criminale, è
ben più d’una battaglia persa: è una
Caporetto».
Non usa mezzi termini il
vicecapogruppo dell’Udc in Consiglio
regionale, Gianluca Gallo, per
commentare la scelta del Governo Monti
di tagliare l’offerta giudiziaria
procedendo alla soppressione in
Calabria di diversi tribunali. «Il
risultato che si determinerà per
effetto delle scelte dell’Esecutivo
sarà abnorme. In provincia di Cosenza
esisterà nei fatti un solo presidio
giudiziario: con le strade e i
collegamenti automobilistici e
ferroviari che ci sono, e con la
contestuale soppressione degli uffici
del giudice di pace e delle sezioni
staccate, chi garantirà i diritti dei
cittadini di paesi come Rocca
Imperiale o San Nicola Arcella, ad
esempio, che distano dalla città
capoluogo di provincia quasi due ore
d’auto? I cittadini saranno portati a
rinunciare alla giustizia, a tutto
vantaggio dell’illegalità». Prosegue
l’esponente dell’Udc: «Paradossale è
anche la previsione per cui, qualora
il tribunale accorpante non sia
strutturalmente nelle condizioni di
far fronte all’arrivo di cause,
fascicoli ed avvocati dai tribunali
soppressi, lo stesso possa avvalersi
per cinque anni delle strutture
periferiche nel frattempo private di
autonomia: se una logica anima questa
presunta riforma, comprenderla riesce
difficile». Chiosa il consigliere
regionale centrista: «E’ evidente come
una decisione quale quella presa dal
Governo, adottata a prescindere dalle
caratteristiche dei tribunali presenti
sul territorio, dalla loro operatività
ed efficienza, rischi di avere effetti
deleteri specie per aree, quali la
Calabria, già segnate negativamente
dalla soffocante presenza del fenomeno
mafioso: sembra quasi che si voglia
uccidere questa già martoriata
regione».
Conclude Gallo: «Quella dei tagli alla
giustizia è una scelta alla quale non
si può assistere passivamente: per
questo chiediamo con forza a tutti i
parlamentari calabresi di far valere
le ragioni della loro terra e dei loro
concittadini e di adoperarsi con
fermezza ed urgenza perché il Governo
prenda in considerazione la
possibilità di autorizzare il
mantenimento in deroga dell’autonomia
di tutti i Tribunali e delle Procure
calabresi».
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