I Tribunali calabresi non devono
essere soppressi, perché insediati in
una terra ad alto indice di
criminalità. Men che meno possono
esserlo quelli che, come ad esempio
Castrovillari, sono anche meta di
importanti investimenti per la
realizzazione d’un nuovo palazzo di
giustizia e capiluogo di circondari
molto ampi ed estesi.
Il voto favorevole della Commissione
Giustizia della Camera, che segue
quello espresso il giorno prima
dall’omonima Commissione del Senato,
apre spiragli di speranza e fiducia
per il mantenimento di tutti i
Tribunali calabresi. Lo dice il
vicecapogruppo dell’Udc in Consiglio
regionale, Gianluca Gallo. «Col
sostegno dell’Udc, che già al Senato,
non partecipando ai lavori, aveva
favorito l’approvazione del parere –
dice Gallo – alla Camera è passata la
linea della logica e della
ragionevolezza, che è poi quella già
sostenuta proprio dall’Udc anche in
Consiglio regionale e trasfusa
nell’approvazione di specifici ordini
del giorno tesi all’affermazione di un
principio: i presìdi della giustizia
sono vitali per una terra assediata
dalla criminalità organizzata. Lo
stesso dicasi per quelli che tra essi,
nel loro sterminato e popoloso
territorio, sono gli unici a garantire
la presenza dello Stato e, per di più,
sono destinatari di finanziamenti
statali volti alla costruzione di
nuove strutture». Chiosa Gallo: «Si
tratta certo di un importante passo
avanti, ma la strada è ancora lunga.
Sarebbe errato pensare di aver chiuso
la partita, come sembra voler lasciare
intendere chi già canta vittoria
tentando di intestarsi il merito di un
risultato che non è appannaggio di
pochi, ma dei tanti che, sul
territorio, insieme ai partiti ed agli
ordini professionali, col sostegno dei
sindaci e delle istituzioni locali e
col contributo essenziale e
determinante di tanti comitati
spontanei, agguerriti quanto
competenti, hanno costruito mattone su
mattone la mobilitazione che ha
portato al risultato odierno».
Conclude il vicecapogruppo dell’Udc:
«Adesso il confronto deve continuare
in sede ministeriale: forti del parere
del Parlamento, bisogna insistere, e
noi lo faremo in sede politica ed
istituzionale, perché gli orientamenti
espressi vengano recepiti e rispettati
senza eccezione alcuna».
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