«Creare polemiche basate su tesi
infondate per ritagliarsi ruoli negati
dagli elettori è un espediente che non
aiuta a crescere ed aggiunge danni ai
danni arrecati nel recente passato
all’intero territorio sul versante
della tutela del diritto alla salute».
Così il consigliere regionale Gianluca
Gallo commenta le dichiarazioni
dell’ex consigliere Franco Pacenza,
secondo il quale la riconversione
dell’ospedale di Trebisacce sarebbe da
attribuirsi ai consiglieri Gallo e
Caputo. «Pacenza – ribatte Gallo – ha
forse dimenticato il ruolo
determinante da lui avuto in seno alla
maggioranza di centrosinistra che dal
2005 al 2010 ha guidato la Regione. E
dimentica di non aver speso una parola
per Trebisacce e per tutto il resto
del comprensorio quando si discuteva
della localizzazione del nuovo
ospedale unico o si decretava la
chiusura delle sale operatorie del
“Guido Chidichimo” o, ancora, si
adottavano provvedimenti che hanno
portato al dissesto della sanità
calabrese». Prosegue il vicecapogruppo
dello scudocrociato: «Agli smemorati è
forse utile ricordare, inoltre, che le
sorti sanitarie della Calabria, a
seguito del disastro originato dalla
giunta Loiero, non sono decise dal
Consiglio regionale, ma da un
commissario ad acta, da un comitato di
coordinamento, il Tavolo Massicci,
attivo in sede governativa, oltre che
dall’Agenas, peraltro insediata già
dal 2009. Ad ogni modo, le
strumentalizzazioni non freneranno il
lavoro svolto per dare risposta ai
cittadini dell’intero arco ionico
cosentino ed alle loro giuste,
legittime aspettative». Aggiunge
l’esponente centrista: «Se con l’atto
aziendale ha visto la luce un
documento integrativo col quale si
chiede alla Regione, al Commissario ed
al Tavolo Massicci di voler
considerare attentamente l’ipotesi di
non intaccare la funzionalità dei
presidi ospedalieri di frontiera, pur
nell’ottica di una loro
riorganizzazione, lo si deve
all’attivismo di chi, come me, ritiene
che la questione possa trovare una
diversa soluzione nel confronto, nel
dialogo e nella programmazione
futura».
Conclude Gallo: «Questa è la strada da
percorrere. Forse non darà visibilità,
e per questo è ignorata da Pacenza, ma
è l’unica oggettivamente praticabile.
Ed ha già portato ad un risultato
tangibile: oggi, rispetto al passato
recente, sono stati superati i
pregiudizi dell’Agenzia per i servizi
sanitari regionali ed è diffusa la
consapevolezza che alto Ionio e alto
Tirreno hanno bisogno non di
carrozzoni sanitari, ma di ospedali
efficienti e di qualità».
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