«A volte, il desiderio di conquistare
un trafiletto nelle cronache locali
gioca brutti scherzi. Ed una pessima
figura ha fatto fare al sedicente
coordinatore del Pd, destituito dalla
Federazione e sconfessato dal suo
stesso direttivo ma quotidianamente in
cerca di visibilità, giunto ad
annunciare il falso, ovvero
l’imminente perdita di autonomia del
liceo classico e, addirittura, la sua
ipotizzata soppressione».
È il commento che la segreteria
politica dell’Udc cassanese riserva
alla presa di posizione con cui i
democratici cassanesi hanno criticato
il presunto disinteresse
dell’amministrazione comunale in
merito all’altrettanto presunta (e
destituita di fondamento) notizia
secondo la quale il piano di
dimensionamento scolastico
comporterebbe la perdita di autonomia,
o addirittura la soppressione, del
liceo classico di Cassano. Sostiene
invece l’Udc: «Si tratta di un allarme
ingiustificato, diffuso soltanto per
guadagnare un titolo nelle cronache.
E’ uno spettacolo triste, le cui
conseguenze sono pagate dai cassanesi,
per loro fortuna ormai vaccinati alle
continue rappresentazioni del teatrino
della politica montato da una frangia
minoritaria del Pd cittadino». Quindi,
entrando nel merito, la precisazione:
«Come riportano anche le cronache dei
lavori d’aula e della competente
commissione consiliare, a tutti
accessibili ma ignorate dai
democratici cassanesi, le scuole
cittadine e quelle di molte zone della
Calabria saranno preservate da
accorpamenti e tagli proprio grazie ad
uno specifico emendamento presentato e
sostenuto dal sindaco e consigliere
regionale Gianluca Gallo, cui va il
nostro ringraziamento per il lavoro e
l’impegno profusi, molte volte dietro
le quinte ed in silenzio, ma con
risultati eccellenti e sempre utili
alla nostra città ed all’intero
comprensorio».
Conclude la segreteria politica dello
scudocrociato locale: «Un dato è
certo: anche nel prossimo anno
scolastico il liceo classico vedrà
garantita non solo la sopravvivenza,
ma anche la propria autonomia. E
continuerà a preservare entrambe, fino
a quando l’offerta formativa sarà
tale, come finora è stato, da attirare
i consensi e le iscrizioni del numero
di alunni necessario a mantenere
entrambe».
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