Infondate e strumentali. E
probabilmente tese a nascondere le
proprie responsabilità in ordine ad
una vicenda pure ben nota ai Governi
che si sono succeduti nell’ultimo
decennio, essendo le aree di Cassano e
Cerchiara siti di interesse nazionale.
Le dichiarazioni rese in Parlamento
dal sottosegretario all’ambiente
Roberto Menia, che in risposta ad
un’interpellanza presentata da alcuni
parlamentari dell’Udc ha affermato
essere stata ritardata la bonifica dei
siti contaminati da ferriti di zinco,
presenti a Cassano e Cerchiara, dalla
presunta illegittimità della
progettazione predisposta per la
bonifica da parte dei Comuni
interessati, suscita la veemente
reazione dei sindaci dei due centri,
il cassanese Gianluca Gallo ed il
cerchiarese Antonio Carlomagno. <<Il
sottosegretario Menia – dicono Gallo e
Carlomagno – ignora, non si quanto
volutamente, la reale dinamica degli
eventi. E soprattutto, non dice il
vero quando afferma che la bonifica
sarebbe stata rallentata per non avere
i Comuni di Cassano e Cerchiara
provveduto a predisporre una
progettazione rispondente ai criteri
di legge: il progetto c’è, esiste, e
sia nella sua versione preliminare,
sia in quella definitiva, è stato
regolarmente trasmesso nell’autunno
del 2008 alla Regione Calabria, che
successivamente lo approvava con
determina dirigenziale n. 1297/2008,
ponendolo a base di regolare gara
d’appalto ad evidenza pubblica, con
pubblicazione del bando sulla Gazzetta
Ufficiale della Comunità Europea e su
quella della Repubblica Italiana, nel
pieno ed assoluto dei tempi e delle
modalità previsti dall’accordo di
programma quadro in materia di tutela
e risanamento della Calabria,
sottoscritto il 28 giugno 2006 con
l’unico interlocutore istituzionale
che i nostri Comuni hanno avuto, per
precisa disposizione dello stesso
ministero, in tutti questi anni: la
Regione>>. Aggiungono i due sindaci:
<<Alla luce di ciò, grave appare il
tentativo di rovesciare sui Comuni le
proprie incertezze: è stato il
ministero a demandare alla sola
Regione, ed ai Comuni interessati, il
compito di procedere alla bonifica,
disinteressandosi per anni della
questione. È stato il ministero, in
sede di conferenza di servizi, l’8
gennaio 2009, a limitare l’ambito di
operatività del progetto di bonifica
elaborato dai Comuni di Cassano e
Cerchiara, circoscrivendolo alla
rimozione e smaltimento dei soli
rifiuti diversi dalle ferriti. Ed è
stato sempre il ministero,
successivamente, a non consentire di
proseguire nell’azione di risanamento
intrapresa con l’avvio del piano di
caratterizzazione, riservando
espressamente il prosieguo di tale
attività alla Syndial e spogliando i
due Municipi di ogni competenza in
proposito, nonostante la loro
contrarietà>>.
Concludono Gallo e Carlomagno:
<<L’atteggiamento ondivago del
ministero è la sola causa di ritardi e
inadempienze ormai decennali. Di
fronte all’attivismo di enti le cui
popolazioni sono tremendamente segnate
dalle piaghe di una storia drammatica,
il ministero dell’ambiente non trova
di meglio che affidare la bonifica dei
siti contaminati alla stessa società
che ne ha causato l’inquinamento,
omettendo di spendere finanche una
sola parola sulla più volte richiesta
indagine epidemiologica. Questi i
fatti. Questa, purtroppo, la verità>>.
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