Cassano cerniera tra Pollino e
Sibaritide. Questa antica,
inconfutabile considerazione mi porta
ad intervenire nel dibattito aperto
dal garbato intervento dell’architetto
Mario Gallina. Criticando la scelta
del Comune da me amministrato di
sottoscrivere un’intesa con il Comune
di Castrovillari per la creazione di
un’area territoriale omogenea, egli
lamenta il presunto strabismo del
Municipio cassanese, ricollegandolo
alla contemporanea adesione di
quest’ultimo al Piano strutturale
associato della Sibaritide, al fianco
di Comuni quali Rossano, Corigliano,
Mirto e Calopezzati.
Pur rispettando il punto di vista
dell’architetto Gallina, non riesco a
leggere nei fatti le contraddizioni
invece segnalate. E ciò né dal punto
di vista tecnico, né, tantomeno, da
quello politico. Infatti, e sono certo
che questo non sfuggirà al mio attento
interlocutore, i sistemi di area
urbana disegnati dai Piani strategici
ed i piani strutturali associati sono
strumenti urbanistici distinti, che si
pongono in rapporto di correlazione ma
non di antitesi o contrasto. Dato,
quest’ultimo, ben noto anche ai tanti
amministratori, presenti e passati,
delle città di Corigliano e Rossano,
che nel corso degli anni,
legittimamente, hanno avviato un
autonomo percorso di creazione di una
propria area urbana, alla quale
ovviamente anche noi guardiamo con
massimo interesse, salvo poi aprirsi
al contributo di altri Municipi nel
momento di passare alla più ampia
programmazione territoriale garantita
dal Psa. E questo perché il sistema
delle aree urbane può essere
considerato come uno dei contenuti di
quel più grande contenitore che è il
Psa. Non a caso, al momento di
sottoscrivere l’intesa con
l’amministrazione comunale
castrovillarese, è stato sancito anche
formalmente, proprio a scanso di
equivoci, che la nascente area urbana
dovrà coordinare i propri indirizzi
con il Psa. Del resto, già al momento
di sancire l’accordo per la redazione
del Psa tentammo, invano, di
coinvolgere anche Castrovillari,
avendo in mente l’idea di disegnare
una realtà urbana territoriale di
oltre 120.000 abitanti che dai paesi
viciniori a Rossano sarebbe dovuta
arrivare fino al Pollino, e che, nei
prossimi decenni avrebbe dovuto
concorrere, nel senso più positivo del
termine, con l’altra area urbana della
nostra Provincia, quella di
Cosenza-Rende.
Oggi, attraverso questa ipotesi, quel
disegno comincia a prendere corpo, a
mio avviso con evidenti benefici non
tanto e non solo per le due città
interessate, quanto per l’intera
Calabria citeriore. Le contestate
scelte di Cassano, infatti,
garantiscono la tenuta dell’unità
territoriale, a lungo inseguita ma mai
raggiunta. Neppure quando si è
trattato di proporre l’istituzione di
una provincia della Calabria citra,
mandata in fumo dalle divisioni tra
Pollino e Sibaritide. Il sogno mancato
diventa ora, almeno in potenza,
realtà: il sistema urbano
Cassano-Castrovillari, infatti,
crescerà nell’ambito delle linee di
indirizzo delineate anche dal Psa
della Sibaritide, accorciando le
distanze e rendendo forse possibile
quell’unione che insieme agli
amministratori di altri comuni ionici
si provò a raggiungere tentando di
coinvolgere Castrovillari nell’ambito
del Psa della Sibaritide.
Nessun piatto di lenticchie da
agguantare, dunque, ma un ben più
ampio e rilevante disegno strategico
che vede compartecipi e protagonisti,
finalmente, i territori e le genti di
Pollino e Sibaritide. Una partita
difficile e tutta da giocare, ma sulla
quale scommettere, senza esitazioni,
con la coscienza che solo dall’unità
può scaturire, per la Calabria
citeriore, un futuro diverso da un
presente incerto, figlio di un passato
segnato da divisioni che hanno
favorito soltanto i nemici ed i
signorotti di questa nostra terra.
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