«Il pericolo che il parco archeologico
finisca sott’acqua, per la mancata
manutenzione dei fossi di scolo della
zona e per la vicinanza al fiume Crati,
è reale. Abbiamo già sollecitato il
Consorzio di bonifica ad adoperarsi
per risolvere le situazioni di maggior
rischio, ma è chiaro che se su Sibari
non vi saranno investimenti seri da
parte del Governo, non potrà mai
esservi un concreto sviluppo
dell’area».
Pensieri e parole del sindaco di
Cassano Ionio e consigliere regionale
Gianluca Gallo, che raccoglie sul
fronte istituzionale il grido
d’allarme lanciato dalla Direzione del
polo archeologico sibarita
all’indomani dei crolli, originati da
infiltrazioni d’acqua, che hanno
interessato Pompei, paventando il
possibile verificarsi di scenari
pompeiani anche in terra sibarita. «Il
problema, purtroppo, è antico»,
commenta il primo cittadino cassanese.
«Nei momenti di emergenza, a volte
andando anche oltre le nostre
competenze e sostituendoci agli enti
preposti, il Comune è intervenuto per
garantire la salvaguardia del parco
archeologico e del museo nazionale. Ma
evidentemente ciò non è bastato, né
può bastare. Per questo, già da
settimane, abbiamo avviato un
confronto con il Consorzio di
bonifica, perché si prenda cura, in
maniera costante ed efficace, dei
canali e fossi di scolo della zona
sibarita, spesso e volentieri causa di
allagamenti». Ma assicurato anche il
coinvolgimento della Regione Calabria
nella programmazione del futuro del
polo archeologico di Sibari, è a Roma
che l’esponente dell’Udc rivolge lo
sguardo: «A parte qualche rara,
lodevole eccezione – sottolinea Gallo
– l’antica Sybaris non è mai stata
adeguatamente considerata nella
programmazione dei ministri ai beni
culturali e dei Governi che si sono
succeduti dal secondo dopoguerra ad
oggi. Continueremo a batterci perché
l’auspicato cambio di rotta possa
presto concretizzarsi, ed intanto
cercheremo, insieme alla delegazione
parlamentare dell’Udc e spero anche
delle altre forze politiche, di
accendere i riflettori sul caso Sibari».
|