Per tutti, anche per gli
amministratori della cosa pubblica,
vige il principio di innocenza. Ma in
genere, in politica, se e quando si
sbaglia, non ci si lava l’anima
semplicemente uscendo da una
maggioranza. Sarebbe piuttosto
opportuno, ed a Corigliano forse
necessario e senza eccezione per
nessuno, interrogarsi su quanto
accaduto negli ultimi anni, per
verificare comunque se, al di là di
eventuali responsabilità di ordine
penale il cui accertamento è rimesso
solo ed esclusivamente al lavoro della
magistratura, vi siano stati cedimenti
sul piano etico e deficienze su quello
politico ed avviare, nel caso,
processi virtuosi.
Offro questa mio pensiero all’opinione
pubblica in ciò stimolato dalle parole
di Antonio Leonetti, dirigente del Pd
coriglianese al quale sono legato da
sentimenti di stima ed amicizia che
affondano le loro radici in un’antica,
comune militanza nelle fila del
movimento giovanile della Democrazia
Cristiana. All’esponente democratico
che chiede di conoscere la mia
opinione in merito alla situazione
politica vissuta dalla città di
Corigliano all’indomani
dell’operazione di polizia giudiziaria
denominata “Santa Tecla”, rispondo
ribadendo pubblicamente il bisogno di
una profonda riflessione che coinvolga
l’intera classe dirigente cittadina, e
naturalmente, anche l’Udc. Ferma
restando l’intangibilità del principio
di innocenza per quanti, tra gli
amministratori comunali, risultano
essere destinatari di un avviso di
garanzia, e riaffermata al tempo
stesso la piena fiducia nell’operato
della magistratura ed in quello della
Commissione di accesso agli atti di
recente insediatasi all’Ariella,
ritengo infatti inevitabile avviare un
dibattito, squisitamente politico,
all’interno dei partiti e nella
società civile, teso a verificare se
vi siano stati errori e cedimenti e,
soprattutto, ad individuare vie
d’uscita e prospettive in grado di
assicurare senza indugio la
rigenerazione ed il conseguente
corretto funzionamento della
democrazia e delle istituzioni,
indispensabili specie in territori,
come quello della Sibaritide, segnati
da una pervasiva presenza della
criminalità organizzata di stampo
‘ndranghetistico .
Un tema ed una questione, insomma, a
mio parere alquanto ampi ed
articolati, che relegano quasi in
secondo piano gli esiti del confronto
sulla permanenza o meno del mio
partito tra le fila della maggioranza
che governa Corigliano: al riguardo,
ogni decisione è rimessa alla
sensibilità dei dirigenti sezionali,
nel rispetto dell’autonomia di cui gli
stessi, per statuto e in ossequio ai
più elementari principi di democrazia
politica, hanno goduto e godono, anche
se certo non può essere taciuta la
preoccupata attenzione con cui l’Udc,
ad ogni livello, compresa la
delegazione consiliare regionale,
segue l’evolversi della vicenda.
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